Avrei voluto re-inaugurare questo piccolo spazio telematico per esplicare tutta una serie di considerazioni sulla mia persona ma ora come ora le ritengo inutili, banali e personali. Avrei voluto parlare di molte cose e forse di niente, avrei voluto ma non lo faccio. Perchè?
Perchè mi rendo conto di essere un individuo che vive in un tessuto sociale e che, da un pò di tempo a questa parte, nel suo piccolo fa ben poco per migliorarlo. Fu fb (ebbene si, anch'io faccio parte del "gruppone" di fb)ho letto un articolo molto interessante sui DAMS(corso di studio da me intrapreso) d'Italia che affrontava le diverse problematiche inerenti ai giovani studenti che decidono di iscriversi a quello che è corsiderato un corso di studio "inutile" e che finiva con il parlare implicitamente- ma neanche tanto- del fallimento della generazione del '68, genarazione da cui è nato il suddetto corso di studio.
Questa lettura unita ad altre idee che pullulavano nella mia testa già da un pò di tempo, hanno dato vita alle considerazioni sulla mia generazione, sui giovani e sui "grandi" che mi appresto ad elencare:
1- Si parla tanto di giovani in un Paese che di giovane non ha niente,in un Paese dove i giovani che vanno avanti sono gli ereditieri delle famose caste.
2- I giovani sono vittieme/carnefici di questo modo di pensare e del fatto che nulla migliori perchè con la loro voluta assuefazione mentale nata da una sottocultura pseudo- pop sono complici della continua affermazione delle "baronie" e delle "caste".
3- La cosa più triste e squallida è che purtroppo il sistema pensiero dominante nella nostra società ed imperante tra in giovani sia che la laurea si debba prendere tanto per avere il "pezzo di carta". E questo non avviene solo nei Dams d'Italia- cosa molto triste in quanto in questi luoghi più che in altri la cultura dovrebbe essere la Regina indiscussa- ma in TUTTE E DICO TUTTE la facoltà d'Italia.
Quanti di noi hanno ben chiaro cio che vogliono dal proprio futuro?
Quanti preferiscono procrastinare più o meno consciamente il famoso interrogativo: che voglio fare della mia vita? Cosa farò da grande?
E quanti lottano realmente per realizzare i modo onesto e meritocratico il proprio obiettivo?
Diciamoci la verità se questo sistema, che ha alla base questo tipo di pensiero, impera nella nostra società e tra noi giovani è perchè ereditiamo la disillusione, l'amarezza e la frustrazione della generazione precedente che a sua volta eredita in modo più o meno diretto le disillusioni e le frustrazioni di una generazione che non ha creduto fino in fondo nel '68.
Il mio tono provocatorio nesce dalla triste constatazione che nella nostra società non ci sono vittime ma nel nostro piccolo siamo tutti dei carnefici.
Io sono carnefice quando taccio perchè meschinamente penso al mio tornaconto e penso:" Ma chi mò fa ffà?!".
Il collega di università è carnefice quando sceglie esami a cazzo perchè si deve "laureare" e non "può perdere tempo", ma dove c...o devi andare???
Svegliati non c'è trippa per gatti? E purtroppo non solo per gli studenti del Dams che in certo senso sanno già di avere un destino segnato ma anche per lo studente di ingegenria molecolare avanzata perchè in questo Paese di caste se non sei il figlio del nipote del nonno di qualcuno devi faticare il quadruplo per guadagnarti qualcosa e non è detto neache che tu co riesca.
E' carnefice chi sceglie il lecchino di turno, che abbassa sempre la testa per non dire la braghe, al posto di una persona meritevole perchè sa che gli darà meno problemi in quanto dirà sempre si.
E chi dice no?
Che fine fa???
Finisce isolato,appestato, pazzo, recluso, condannato a parlare senza che nessuno gli dia ascolto.
La colpa è dell'ipocrisia dilagante nella quale ci hanno fatto crescere. Ci hanno raccontato le favole e ci hanno insegnato a credere nei sogni, che sei "buono" e onesto tutto si risolverà per il meglio ma quando crescendo ci siamo resi conto che è difficile raggiungere un lieto fine in maniera onesta ci hanno detto che siamo degli illusi e dei sognatori.
Perchè allora non avete il coraggio di dire la varità?
Perchè la verità andrebbe a ledere la mentalità perbenista di una società piccolo borghese che sta 3000 ore avanti alla tv a vedere la spettacolarizzazione di un omicidio ma che non si rende conto che il potenziale mostro può essere in chi meno te lo aspetti.
Io sono una che ci ha creduto e che ci crede nelle favole e allo stesso tempo sono anche una persona intelligente che sa interpretare la realtà con un occhio clinico e ormai disincantato e mi chiedo: ma a cosa devo credere???
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Hai detto la parola magica...A cosa devo credere?
RispondiEliminaCi insegnano da piccoli a credere a Babbo Natale, alla religione, al paradiso e all'inferno, alla patria e alla bandiera (Credere, Obbedire, Combattere), al lavoro (Arbeit macht frei), siamo talmente abituati a credere che sembra impossibile vivere senza credere in qualcosa.
Credere da' sicurezza, aiuta a superare gli ostacoli, le avversità, però è purtroppo qualcosa di fallace: lo dice il dizionario CREDERE=supporre, presumere, essere del parere...
Perchè dobbiamo supporre, o essere del parere, io voglio delle prove, delle certezze, non mi adatto a nessun parere, voglio delle dimostrazioni...
In cosa dovremmo credere in un mondo che dà un triste spettacolo di se...dalle guerre allo sfruttamento delle persone, dai plutocrati della finanza che affamano migliaia di persone per i propri interessi economici ai politici che si impossessano di uno stato come fosse il loro pollaio...
La conoscenza è la sola arma, devi credere nella conoscenza, solo sapendo come sono veramente le cose puoi andare avanti, non è pensabile vivere nell'ignoranza...ogni atomo di conoscenza che aggiungi è un grande passo verso la salvezza...
Sono d'accordissimo con te, amico virtuale, ma se ci pensi la conoscenza è un'arma a doppio taglio perchè porta alla consapevolezza e quesl'ultima in molto casi porta a soffrire.
RispondiEliminaCONOSCENZA è anche SOFFERENZA, se conosci vai oltre i confini del giardino e questo ti rende diverso. Niente e nessuno sono come prima perchè sei andato oltre...perchè???Perchè non è così scontato per tutti che la VERA CONOSCENZA e la crescita siano dei processi naturali?
Si ma vivere per vivere senza saper nulla mi sofferenzia ancora di più! Possibile che si debba brancolare ne buio tutta la vita? Boh !?!
RispondiEliminaP.S.
Grazie per aver commentato un post vecchissimo, mi hai fatto rileggere cose scritte solo un'anno fa, ma che mi sembrano perse nella notte dei tempi, scritta da chissà chi...non siamo una sola persona, siamo una moltitudine di personalità contrastanti avvinghiate ad un solo corpo, un affastellamento di entità spirituali intrecciate e compenetrate che combattono per la propria autodeterminazione...
Grazie da tutti noi...